Origini e storia dell’opera
Origini e storia dell’opera
Sul lato principale del grande cratere a calice, inquadrata da un ramo di alloro sotto l’orlo e da un meandro tra le anse, è una scena con cinque personaggi: al centro una figura femminile, stante e di tre quarti ma col volto a sinistra, con indosso un lungo chitone panneggiato sul quale è la corazza squamata. Calza un elmo con cimiero e paragnatidi alzate, impugna la lancia nella destra e la spada nella sinistra sollevata; si rivolge verso una figura maschile stante a sinistra, nudo con il manto sulle spalle allacciato al collo, che indossa un copricapo alato e impugna nella mano destra una corta spada ricurva. Il lato destro è occupato da una figura femminile alata semisdraiata con indosso una corta tunica decorata sorretta da due figure; sotto di loro un cane in primo piano. Sul lato opposto del vaso sono tre giovani in nudità, quello centrale di profilo, quello a sinistra con un bastone nella destra e il terzo appoggiato a un pilastrino con le gambe incrociate.
Nella scena principale è illustrato il mito di Perseo, l’eroe argivo identificato dal copricapo alato che lo rende invisibile e dalla spada ricurva (l’harpé) con la quale, alla presenza della dea Atena in armi, si appresta a recidere la testa di Medusa, identificabile nella figura femminile a destra, colta addormentata tra le due sorelle, le Gorgoni.
Periodo: seconda metà V secolo a.C.
Materiale: Ceramica
Bene recuperato ad opera del Comando
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

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Galleria fotografica
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