Origini e storia dell’opera
Origini e storia dell’opera
La testa è realizzata con la tecnica a matrice ed esemplifica la bellezza giovanile delle donne etrusche, famose per il loro fascino in tutto il mondo antico. Questo frammento faceva parte di una antefissa architettonica, un tipo di decorazione creato per coprire le tegole finali lungo le gronde dei tetti.
Originariamente la testa era ornata da una corona o da un diadema, mentre le orecchie da larghi orecchini a forma di disco tipicamente etruschi. Gli occhi, con la doppia iride dipinta, testimoniano il maggiore interesse dell'artigiano per l’effetto decorativo piuttosto che per la resa naturalistica. L'uso di colori brillanti, oggi più tenui, è tipico della pittura etrusca e contrasta con l'incarnato chiaro creando un effetto di consapevole vitalità e una freschezza ancora attuali. Le alte e grandi sopracciglia sbilanciano oggi l’armonia del volto, ma chi un tempo osservava dal basso la decorazione sul tetto non avrebbe avuto questa percezione, bensì di equilibrio compositivo.
Le antefisse configurate a protome femminile erano in genere alternate a quelle a testa di satiro, compagni di Dioniso, dio del vino e dell’estasi, e con il cui culto gli Etruschi divennero familiari per il tramite dei contatti con i Greci. Le teste femminili potrebbero dunque rappresentare le menadi, anch’esse facenti parte del corteo dionisiaco. Le antefisse a testa femminile e di satiro avrebbero una funzione apotropaica di protezione dal male.
Periodo: 500 a.C. ca.
Materiale: Terracotta
Bene recuperato ad opera del Comando
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

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