Origini e storia dell’opera
Origini e storia dell’opera
La statuetta, benché mutila, si caratterizza per le fattezze morbide del corpo tipiche di un fanciullo. La figura scarica il peso sulla gamba sinistra e, con il braccio corrispondente, tiene un gallo. La gamba destra è a riposo e il braccio corrispondente si discosta dal busto lateralmente. È possibile identificare in questo personaggio un satiro o un sileno, grazie alla piccola coda ancora visibile sul retro nella zona lombare.
Le più antiche rappresentazioni figurate distinguono i satiri, con coda e zampe caprine, dai sileni, con coda e zampe equine. Tuttavia, i caratteri animaleschi andarono sempre più perdendosi a favore di un’accentuazione degli elementi umani. Per quanto le rappresentazioni figurate ci mostrino assai presto la connessione con il culto dionisiaco, letterariamente, soltanto con Euripide i satiri furono messi in rapporto con Dioniso e considerati identici ai sileni.
Dioniso rappresentava l'essenza del creato nel suo perenne e selvaggio fluire. Satiri e sileni facevano parte del corteo di Dioniso ed erano personificazione della fertilità e della forza vitale della natura, connessa appunto con il culto dionisiaco.
Il gallo era presso gli antichi sacro a varie divinità, di volta in volta con funzioni specifiche, e usato durante i sacrifici e i riti religiosi. In generale può essere considerato simbolo di ciò che è buono e dotato di pregio.
Periodo: II secolo d.C.
Materiale: Marmo
Bene recuperato ad opera del Comando
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

Origini e storia dell’opera