Origini e storia dell’opera
Origini e storia dell’opera
Sul lato lungo del sarcofago, vi è una decorazione strigilata, così detta per la forma curva che ricorda lo strigile, uno strumento in metallo utilizzato in antichità, alle terme o in palestra, per detergere dal corpo la mistura di olio e polvere e pulirsi. Poiché gli strigili hanno qui un andamento antitetico, si determina al centro la forma di una mandorla, al cui interno è raffigurata una botte. Questa è l’elemento più frequentemente attestato nelle mandorle dei sarcofagi strigilati ed aveva la stessa funzione simbolica delle anfore, che parimenti potevano essere rappresentate in questo tipo di sarcofagi. Esse sono state diversamente interpretate come riferimento ai culti dionisiaci; simbolo di ricchezza, prosperità e benessere; rimando alla simbologia stagionale; simbolo del corpo del defunto che allude alla fragilità della vita terrena contrapposta alla sicura eternità di quella dell’oltretomba.
Ai lati, sono due eroti, ossia amorini, che in questo contesto possono essere intesi come simbolo dell’anima nell’aldilà. Essi hanno poggiato arco e faretra all’albero retrostante e tengono nella destra una ghirlanda mentre si appoggiano a una fiaccola capovolta verso il basso. Quest’ultima era un simbolo di morte che dalla cultura pagana si diffuse tra i seguaci del culto misterico di Mitra e tra i primi Cristiani.
Periodo: III secolo d.C.
Materiale: Marmo
Bene concesso in prestito dal Museo Nazionale Romano

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Galleria fotografica
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