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Loutrophoros apula a figure rosse

Scopri da vicino una delle opere conservate nel palazzo “Le Carceri Nuove” a Roma

INDICE DELLA PAGINA

Origini e storia dell’opera

Origini e storia dell’opera

La loutrophoros, vaso rituale per l’acqua utilizzato nelle cerimonie di purificazione in occasione delle nozze e con funzione esclusivamente funeraria in area apula, viene elaborata a Taranto nell’officina del Pittore Varrese nei decenni centrali del IV secolo a.C. Destinata al mondo indigeno della Peucezia (Ruvo) e della Daunia, insieme ai crateri a volute e alle anfore di tipo panatenaico, veniva esposta durante le cerimonie funerarie e poi inserita nel corredo di accompagno, diventando testimone della diffusione di un rituale distintivo di personaggi di altissimo rango della seconda metà del IV secolo a.C. a conferma del suo carattere di vaso di prestigio.

Questo esemplare, in particolare, rientra nella varietà priva di anse, cd. barrel-amphora, il tipo più tardo a comparire e legato soprattutto alle officine attive in Daunia, il cui partito decorativo è generalmente costituito dai naiskoi, mentre rare sono le scene di soggetto narrativo. Quest’ultime utilizzano in prevalenza iconografie in cui la figura femminile e i temi ad essa collegati sono preponderanti, come per il registro inferiore di questo esemplare. Non mancano i rimandi al mito, come quello della fascia superiore di questa loutrophoros dove compare la poco frequente raffigurazione della contesa musicale tra Apollo citaredo trionfatore su Marsia che suona il doppio flauto (aulòs), quest’ultimo identificato dalla pelle di leopardo frigio. 

Periodo: 340-320 a.C.

Materiale: Ceramica

Bene recuperato ad opera del Comando 
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale 

Origini e storia dell’opera

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