Origini e storia dell’opera
Origini e storia dell’opera
Oinochoe trilobata decorata con una doppia tecnica, a impressione sul collo con una doppia serie di ventagli puntinati, chiusi e coricati nel registro superiore, e aperti ed eretti in quello inferiore, e a incisione sul corpo con un elegante motivo zoomorfo.
Prodotta in bucchero, quella che si può considerare la ceramica più famosa e rappresentativa degli Etruschi, questa oinochoe si distingue come un prodotto di qualità per la presenza del partito decorativo figurato inciso sulla massima espansione che riproduce una teoria di quadrupedi in marcia verso sinistra, composta da un toro dalle lunghe corna, un leone con una gamba umana pendente dalle fauci, un cavallo alato, un cervo pascente con una foglia in bocca (di cui resta la parte anteriore) e da un felino (di cui resta solo la parte posteriore). Un corteo di animali reali (toro, cervo, felino), immaginari (cavallo alato), o terrificanti (leone androfago) che popola il mondo fantastico del repertorio figurativo etrusco di età Orientalizzante (ultimo quarto VIII - primo quarto VI secolo a.C.) non solo nel bucchero, ma anche nella ceramica etrusco-corinzia e nella toreutica.
L’analisi stilistica delle decorazioni incise, non solo animali ma anche vegetali, come il bocciolo di loto eretto su un alto stelo che, riempiendo uno spazio vuoto, chiude la fila di animali, riporta questa oinochoe a una prestigiosa bottega tardo-orientalizzante di Cerveteri i cui prodotti erano in grado di soddisfare le richieste dell’esigente committenza aristocratica del tempo.
Periodo: Ultimo quarto VII - inizi VI secolo a.C.
Materiale: Ceramica
Bene recuperato ad opera del Comando
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

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