Origini e storia dell’opera
Origini e storia dell’opera
Grande contenitore in impasto rosso la cui superficie è interamente ornata con un partito decorativo suddipinto con colore bianco, composto di sottili cuspidi pendenti sulla spalla ed erette su tre registri nella parte inferiore del corpo, mentre sulla massima espansione si snoda, tra filetti, una catena continua di palmette pendule seguita da una catena di S correnti.
Destinato a conservare le derrate alimentari, questo pithos rientra nella variante più frequente della classe caratterizzata dal breve labbro verticale a colletto per l’innesto del relativo coperchio, funzionalmente sempre associato, e dalle anse a doppia maniglia impostate sulla spalla che favorivano lo spostamento quotidiano del pesante contenitore.
Per i suoi caratteri morfologici e, soprattutto, decorativi è attribuibile alla cd. Bottega dell’Urna Calabresi di Cerveteri che opera nella seconda metà del VII secolo a.C. e nella quale sono stati prodotti numerosi esemplari. Significativi, infatti, sono l’accurata esecuzione della decorazione, che ha nella catena di palmette di tipo fenicio, erette o pendenti come in questo esempio, il motivo-guida dell’officina, e la presenza dei trattini verticali che le raccordano alle linee superiori che le inquadrano.
Periodo: 650-625 a.C.
Materiale: Ceramica
Bene recuperato ad opera del Comando
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

Origini e storia dell’opera