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Lacunari con raffigurazione a testa di Acheloo

Scopri da vicino una delle opere conservate nel palazzo “Le Carceri Nuove” a Roma

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Origini e storia dell’opera

Origini e storia dell’opera

Queste appliques, anche dette lacunari da alcuni studiosi, sono elementi in bronzo per la decorazione delle architetture. Su questi esemplari è rappresentato Acheloo. Egli era una importantissima divinità fluviale della mitologia greca, figlio dei titani Oceano e Teti, e a sua volta generò le sirene. Era spesso rappresentato come toro, come era consuetudine per le divinità fluviali: in questi esemplari sono infatti evidenti le corna taurine. Era considerato padre di molte fonti e protettore delle acque dolci.

L’antico fiume Acheloo si chiama oggi Aspropotamo ed è il secondo dei fiumi greci. Anticamente era oggetto di venerazione per la vicinanza dell’oracolo di Dodona, che, ad ogni responso, aggiungeva l'obbligo di sacrificare all'Acheloo. Esso perciò veniva invocato anche nei sacrifici, nelle preghiere e nei giuramenti.

Il mito narra che Acheloo sfidò Eracle per contestargli il diritto di sposare Deianira, figlia di Eneo re degli Etoli. Durante la lotta il dio si tramutò in serpente, in toro, in drago e infine in uomo dalle corna taurine. A questo punto, Eracle gli staccò un corno e il dio, ritenendosi sconfitto, cedette il diritto di sposare Deianira, ma richiedendo indietro il suo corno e dando in cambio il corno della capra Amaltea, nutrice di Zeus.

Questi oggetti sono di produzione etrusca, ma le informazioni sulla loro provenienza sono andate perdute; potrebbero provenire da Tarquinia dove una tomba ha restituito reperti simili. 

Periodo: fine VI secolo a.C. 

Materiale: Bronzo

Bene recuperato ad opera del Comando 
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale 

Origini e storia dell’opera

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