Origini e storia dell’opera
Origini e storia dell’opera
Il rilievo costituiva una porzione della parte frontale di un sarcofago. In esso sono raffigurati degli eroti di cui uno suona la lira. All’estremità inferiore sinistra, si scorge la mano di un erote ormai perduto che tiene una torcia rivolta verso il basso. Un erote alato guarda indietro e porta la lira. Segue il gruppo di un erote alato che sorregge un compagno ebbro e con il pedum nella sinistra. All’estremità destra rimane parte di un’ala di un quinto erote.
Gi eroti, tra le varie funzioni loro proprie, erano anche psicopompi, ossia accompagnavano le anime dei defunti nell’aldilà. Essi comparivano nelle rappresentazioni dei cortei dionisiaci che celebravano il culto salvifico del dio. La torcia rivolta verso il basso era simbolo di morte che dalla cultura pagana si diffuse tra i seguaci del culto misterico di Mitra e tra i primi Cristiani. Anche la lira e il pedum, cioè il bastone dei pastori, rimandano al culto salvifico di Dioniso. Al mito di Dioniso rimanda il gruppo dell’erote ebbro sorretto da un compagno, chiaro riferimento al dio ebbro sostenuto da uno o più satiri. L’erote ebbro, infine, solitamente è rappresentazione del defunto stesso.
Periodo: III secolo d.C.
Materiale: Marmo
Bene concesso in prestito dal Museo Nazionale Romano

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Galleria fotografica
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