Origini e storia dell’opera
Origini e storia dell’opera
La decorazione fitomorfa di questo cratere consiste in un tralcio di alloro su un lato e uno di edera sull’altro. Le piante erano rispettivamente sacre ad Apollo e Dioniso. Apollo era il dio della luce e della ragione, ordinatore del mondo, il dio dell'arte figurativa, della bellezza che segue l'equilibrio della forma. Dioniso era il dio dell'ebrezza, il dio che rompeva la forma apollinea e le convenzioni, e rappresentava l'essenza del creato nel suo perenne e selvaggio fluire.
L’alloro rimanda al mito di Apollo e Dafne. La ninfa impaurita dal dio suo spasimante invocò l’aiuto degli dèi, che la trasformarono in alloro. Il dio dichiarò allora sacro l’alloro e ne fece il simbolo di sapienza, gloria e trionfo.
L’edera avvolge il tirso, il bastone di Dioniso, e menadi e satiri la usavano durante i riti dionisiaci. Il culto dionisiaco aveva anche una connotazione salvifica. Ciò fa dell’edera un simbolo d'immortalità e di rigenerazione.
Il cratere era una forma vascolare in cui mescere il vino con altri ingredienti per poi consumarlo secondo le usanze dell’epoca.
Periodo: IV sec a.C.
Materiale: Ceramica
Bene recuperato ad opera del Comando
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

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