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Cratere a colonnette apulo a figure rosse con scena di guerrieri indigeni

Scopri da vicino una delle opere conservate nel palazzo “Le Carceri Nuove” a Roma

INDICE DELLA PAGINA

Origini e storia dell’opera

Origini e storia dell’opera

Indissolubilmente legato all’atto di mescolare il vino con l’acqua e, quindi, al consumo del vino durante il banchetto, il cratere aveva un ruolo centrale sia nelle cerimonie private sia pubbliche e, nelle sue numerose varianti, costituisce una delle forme vascolari più attestate. Questo, in particolare, si contraddistingue per le anse a doppio bastoncello impostate verticalmente sulla spalla e collegate al labbro mediante una placchetta rettangolare, da cui la definizione di cratere a colonnette. Decorato con una metopa su entrambi i lati, adotta sulla faccia principale una scena militare composita i cui protagonisti sono guerrieri indigeni che vestono costumi locali e non di tipo greco. A sinistra è un duello tra due armati con indosso corte tuniche ricamate strette in vita dal cinturone di tipo sannitico e dotati di elmo, lancia e scudo. Ai duellanti si contrappone a destra un prigioniero di profilo con le mani legate dietro la schiena, retrospiciente verso una figura femminile panneggiata che gli offre una cista con la destra. Sul lato opposto sono tre figure stanti, una maschile con il manto drappeggiato su spalle e con bastone, una femminile al centro ingioiellata con conocchia e parasole chiuso, e una terza maschile a destra, forse di negro, incompleta, che sorregge un kantharos nella destra.

Il cratere rientra in una produzione tarantina, dal caratteristico tralcio di edera sul collo. 

Periodo: metà IV secolo a.C.

Materiale: Ceramica

Bene recuperato ad opera del Comando 
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale 

Origini e storia dell’opera

Link e approfondimenti utili