Origini e storia dell’opera
Origini e storia dell’opera
Cratere a volute decorato sul lato principale con la contesa per il sacro tripode di Delfi tra Eracle a sinistra che brandisce la clava e Apollo a destra, nudo con la clamide drappeggiata sulle braccia e con l’arco nella sinistra. Ancora un tema mitico, la bellissima Scilla trasformata per gelosia in un mostro marino con busto femminile, teste di cani feroci e corpo di serpente marino, che affronta un cavallo marino decora, invece, il collo. Sul lato opposto, invece, il pittore ha scelto una scena di ambito dionisiaco, incentrata su Hermes, che sorregge il caduceo nella destra, rivolto verso una figura femminile retrospiciente in corsa, una Menade, che gli offre il tirso (il bastone sormontato da foglie d’edera correlato a Dioniso), e un'altra stante alle spalle, anch’essa con il tirso. Una scena di genere erotico, con una figura femminile semisdraiata che si specchia davanti ad un Erote androgino in volo, completa la decorazione figurata sul collo.
Più volte citato nella letteratura scientifica per la qualità di esecuzione dei motivi figurati e per la sua importanza, questo cratere è stato da ultimo attribuito alla Fase siciliana del Gruppo di Locri, la più antica della vasta produzione di questo nucleo di pittori italioti.
Periodo: 410-400 a.C.
Materiale: Ceramica
Bene recuperato ad opera del Comando
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

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Galleria fotografica
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