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Pelike apula a figure rosse

Scopri da vicino una delle opere conservate nel palazzo “Le Carceri Nuove” a Roma

INDICE DELLA PAGINA

Origini e storia dell’opera

Origini e storia dell’opera

Monumentale pelike apula le cui superfici sono interamente ricoperte con i protagonisti di due celeberrimi miti greci, il ratto delle Leucippidi, su un lato, ed Eracle nel giardino delle Esperidi, sull’altro.

Nel primo, su due registri sovrapposti, sono raffigurati tutti i personaggi del rapimento avvenuto a Sparta delle due sorelle Ilaira e Febe rapite dai gemelli Castore e Polluce, noti come Dioscuri, già promesse in sposa ai loro cugini Ida e Linceo, figli del re di Messenia. Al vertice della composizione è il tragico epilogo del ratto, con Zeus che sorregge Castore morente ucciso con la lancia da Linceo, mentre nel registro inferiore è trattato il tema del rapimento, con Polluce che stringe Ilaira, nonché l’episodio che si ricollega alla razzia del bestiame in Arcadia, conclusosi con lo stordimento di Polluce colpito dalla pietra tombale del sepolcro del padre Afareo scagliata da Ida. La complessa rappresentazione scenica si avvale per la comprensione di numerose iscrizioni coi nomi dei protagonisti suddipinte in bianco. Tutt’altro clima si respira sul lato opposto del vaso dove compare, sempre su due registri, l’ultima fatica di Eracle, il furto delle mele d’oro dal giardino delle Esperidi. Al centro della scena è il melo custodito dal serpente Ladone e sormontato da un Erote androgino in volo; ai lati sono le sei Figlie della Notte stanti e sedute che recano offerte, mentre Eracle è relegato all'estrema destra, posto di tre quarti con la clava e la leontè.

Monumentalità, profilo stilistico e iconografico dei miti, presenza delle iscrizioni qualificano questa pelike come un’impegnativa opera di un Maestro di notevole livello artistico il quale, nel terzo quarto del IV secolo a.C., ha creato un prodotto in grado di ostentare lo status sociale ed economico del defunto che lo possedeva, qualificandolo come un esponente di spicco dell’aristocrazia locale.  

Periodo: 340-320 a.C. 

Materiale: Ceramica

Bene recuperato ad opera del Comando 
Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale 

Origini e storia dell’opera

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